L’associazione KALABRIA ECO nasce sul territorio calabrese dall’unione di persone che condividono i principi della permacultura, della rigenerazione, dello sviluppo di comunità sostenibili e sostengono relazioni non violente.
Grazie a questo spirito di cooperazione, la missione del Kalabria Eco Fest ha cominciato a risuonare e continua a farlo.
Così, da un gruppo iniziale pochi esseri umani, piano piano è diventato un vero e proprio equipaggio dove ognuno, nel suo piccolo, condivide la sua arte e le sue capacità, il suo sapere e il suo tempo.
È in questo modo che riusciamo a rendere il KEF un momento potente di condivisione, con un impatto positivo e trasformazioni reali nella vita delle persone coinvolte.
Kalabria Eco è un’ ente del terzo settore con fini culturali e ricreativi.
Presidente: Danilo Lico
Vice presidente: Antonio Fusto Petitto
Consigliere: Samuele Di Iorgi
La prima volta non si scorda mai.
Così il KEF è rimasto nei cuori e pulsa insieme a noi.
I laboratori, i simposi, la musica e l’atmosfera generale hanno creato un momento magico.
Lo conferma il fatto che il Kalabria Eco Fest sia arrivato oltre i confini della Calabria e contaminato luoghi e anime affini.
La seconda edizione ha dimostrato quanto sia stato forte l’impatto della prima edizione.
Sono accorsi da fuori regione tantissimi volontari e anche ospiti del festival per supportarlo.
In questa edizione abbiamo letteralmente esagerato!
Abbiamo proposto tantissime attività da vivere e abbiamo inaugurato il cerchio intorno al fuoco.
Il festival è durato 3 giorni pieni e c’è stata la partecipazione maggiore rispetto agli altri anni anche da parte di esseri umani fuori regione o nazione.
Segno che il KEF sta contaminando sempre di più, anche oltre i confini della Calabria.
Ogni grande successo, inizia con due piccoli passi, uno verso sé stessi e uno verso l’altro.
Siamo piccole gocce che insieme costituiscono una grande oceano e che grazie alla cooperazione possono ricreare nuovi mari e strade da vivere, attraverso azioni piccole e lente, attraverso l’integrazione e la comprensione, valorizzando i margini, come insegna la permacultura.