Nel simposio dedicato alla difesa del territorio parleremo del rapporto fra diritto dell’ambiente e azione collettiva a tutela dei beni comuni, di PNRR e sicurezza energetica.
Avvocato in Roma, si laurea con lode nel maggio 2019 presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, discutendo una tesi in diritto penale in tema di repressione penale di offese virtuali. Collabora con lo Studio Legale Flick dal luglio 2019 e si occupa di diritto penale e tutela dei diritti fondamentali. Ha conseguito il Diploma di Master di II livello in Diritto Penitenziario e Costituzione, Università Roma Tre, nel settembre 2021. Tirocinante presso la Corte di Appello di Roma, IV Sezione Penale, da luglio 2019 a gennaio 2021, ove ha sviluppato specifiche competenze in materia di estradizioni e misure di prevenzione. Referente dal 2018 presso la Scuola per le Politiche Pubbliche dell’Associazione Italiadecide. Studente presso la Scuola per le Politiche Pubbliche dell’Associazione Italiadecide, anno 2017-2018, la cui relazione conclusiva veniva giudicata come meritevole di particolare segnalazione. Autore nel 2017 per la Rivista giuridica Sapienza Legal Papers – studi giuridici 2016-2017.
Di cosa parlerà
A partire da una rapida rassegna delle esperienze di tutela del territorio e dell’ambiente nel diritto romano repubblicano, si cercherà di tracciare un percorso di approfondimento del rapporto fra diritto dell’ambiente e azione collettiva a tutela dei beni comuni, fino a giungere all’evoluzione del tema a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione italiana. Quest’ultima, ancora attuale ma non ancora pienamente attuata, è stata da ultimo modificata nel 2022 con l’introduzione esplicita – tra i principi fondamentali dell’ordinamento – della tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Si cercherà di comprendere quale effetto possa avere questa novità sulle politiche ambientali del prossimo presente di contrasto alla crisi climatica e sul rapporto fra profitto, ambiente e diritti fondamentali, nello scontro fra transizione ecologica e transizione digitale.
Sindaco di Polia
Di cosa parlerà:
Di cosa parlerà:
Architetto, divulgatore, fotografo, documentarista, viaggio in Calabria dall’età di 14 anni a documentare bellezze e luoghi nascosti, incontrare gente e camminare con un gruppo di amici.
Avventuriero, esploratore, visionario, sportivo
professionista nel mondo rafting. Quando parliamo di Antonio
navighiamo nel concreto rapporto tra uomo e natura.
Fin da bambino il fiume era per lui un luogo dove giocare, crescere, dove
conoscere il mondo naturale; sembrano passati secoli dal quel bambino
che prendeva di nascosto le camere d’aria dei camion del papa’ per
tuffarsi in fiume. Ha sempre amato l’avventura ma grazie al rafting,
passione nata sul fiume Lao, la trasforma in una professione che a 21
anni lo porta in sud America.
Da li inizia uno straordinario viaggio che lo spinge in alcuni tra gli angoli
più remoti della terra viaggiando per fiumi tra Argentina, Chile, Perù,
Bolivia, Brasile, Messico, Costa Rica, Nepal, Marocco, India, Cambogia,
Thailandia e Stati Uniti. Ha partecipato a numerose spedizioni nei grandi
Fiumi del Mondo, tra cui anche il Grand Canyon navigando 450 km in 25
giorni.
Dopo molti anni trascorsi in viaggio e toccando diverse culture
autentiche ancestrali, grazie a questa profonda esperienza sportiva,
umana e culturale decide di tornare in Calabria, a Laino Borgo, il paese
dove è cresciuto all’interno del Parco Nazionale del Pollino, per creare un
luogo simbolo nel mondo dell’outdoor.
Ed è proprio qui che, nel 2016, nasce RIVER TRIBE. Grazie alla passione e all’amore per la natura e per l’avventura estrema, insieme alla compagna di vita Margherita, coinvolge alcuni dei suoi
migliori amici a tornare ed altri a non lasciare la propria terra per dar vita a questo sogno condiviso.
Di cosa parlerà
Progetto River Tribe e della valorizzazione del territorio
La Tribe nasce su un terreno con una casa fatiscente, divenuto nel tempo una discarica a cielo aperto, dove erano sotterrati amianto, latte di vernice, olio etc. Con grande sforzo venne bonificato il tutto e vennero restaurati gli immobili, in quella che alla fine non diventa solo una “grande opera di riqualificazione urbana a beneficio della comunità, bensì un esempio straordinario, una speranza, un lampo di luce che ha ispirato e continua ad ispirare tanti a credere nella propria terra, nelle proprie qualità.
Un luogo che in soli due anni passa dall’essere una discarica a cielo aperto
ad una destinazione turistica outdoor, nominata da National Geographic Traveller UK come primo Centro Outdoor in Europa nel 2019, un modello innovativo aziendale dal concept unico al mondo.
Ad oggi sono circa 7500 le presenze annue in un paesino di circa 1500 abitanti, divenendo così uno dei più importanti attrattori turistici del territorio.
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