Il suolo è un punto di collegamento cruciale tra i problemi ambientali globali, quali i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse idriche e la perdita di biodiversità, però quando si parla di tutela dell’ambiente si pensa sempre ai boschi, alle foreste all’aria e all’acqua, e raramente si considera il suolo, poco appariscente, sempre calpestato da tutti, l’unico comparto terrestre capace di trasformare la morte in vita. Il suolo poco conosciuto viene dato per scontato, e viene considerato una risorsa eterna, sempre a disposizione di tutti e per tutto.
Il suolo rappresenta la pelle viva del nostro pianeta, ricopre il substrato roccioso e rende possibile la vita sulla terra. Al pari dell’aria e dell’acqua, il suolo assicura la nostra sopravvivenza.
Il suolo è una risorsa naturale, non rinnovabile e non riproducibile, in grado di sostenere le piante superiori (e quindi le colture agrarie e forestali), oltre ad essere un supporto per l’edilizia e le infrastrutture, un filtro di potenziali inquinanti, regolatore del ciclo idrogeologico e del clima e nodo degli equilibri ambientali.
Rappresenta uno dei beni più preziosi per l’umanità che si forma lentamente attraverso processi fisici, fisico-chimici e biologici (ci vogliono anche migliaia di anni per formare un cm di suolo fertile) ma che si degrada irreversibilmente e velocemente se non opportunamente gestito con perdita di funzionalità e fertilità.
Il suolo è una comunità di organismi, ricca di relazioni, nella quale la vitalità e la funzionalità delle popolazioni sono essenziali per l’efficienza. Il suolo stesso è un organismo “vivente”: il numero di organismi contenuto in circa 10 grammi di suolo può superare 9 miliardi, vale a dire una volta e mezzo l’intera popolazione umana.
In pochi grammi di terreno ci sono miliardi di batteri, centinaia di chilometri di ife fungine, decine di migliaia di protozoi, migliaia di nematodi, alcune centinaia di insetti, aracnidi, vermi e centinaia di metri di radici di piante. Il suolo è quindi una complessa rete di interazioni che coinvolge una moltitudine di esseri viventi. La sua biodiversità ci garantisce l’accesso a beni e servizi necessari per la nostra sopravvivenza. Solo l’1% dei microrganismi del suolo è stato identificato. Si ritiene che i batteri siano gli organismi di cui esistono più specie sulla Terra; la stragrande maggioranza di essi vive nel suolo. In un’area delle dimensioni di un campo da calcio, gli organismi del suolo producono materia organica equivalente al peso di 25 auto ogni anno. Un suolo privo di lombrichi può assorbire anche il 90% in meno di acqua. I lombrichi possono favorire il biorisanamento, poiché regolano l’attività e la distribuzione dei microbi nel suolo. Il valore economico mondiale della biodiversità del suolo equivale a circa 1500 miliardi di dollari l’anno (corrisponde a circa il PIL Spagnolo per un intero anno).
Il suolo ha un ruolo indispensabile per l’alimentazione, ma non solo svolge un ruolo decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici, in quanto serve da enorme deposito naturale di carbonio, conserva il doppio del carbonio organico trattenuto dalla vegetazione. Il suolo dell’Unione europea contiene oltre 70 miliardi di tonnellate di carbonio organico, o circa il 7 per cento del bilancio complessivo globale del carbonio. Lo 0,1% di carbonio emesso in atmosfera dai suoli europei equivale alle emissioni di carbonio prodotte da 100 milioni di auto in più sulle strade, cioè un aumento pari a circa la metà del parco auto esistente nell’Unione. Il suolo e le piante che vi crescono catturano circa il 20% delle emissioni globali di CO2.
Servizi di supporto
Il suolo sano contribuisce a depurare l’acqua che beviamo e a purificare l’aria che respiriamo – gratuitamente!
Un suolo sano riduce il rischio di alluvioni e protegge le risorse idriche sotterranee neutralizzando o filtrando le potenziali sostanze inquinanti.
Un suolo sano è garante dell’impollinazione e dispersione di semi e spore per la rivegetazione.
Un suolo sano è un produttore di cibo, materiali, risorse genetiche, farmaci.
Servizi di regolazione
Un suolo sano contribuisce alla parziale stabilizzazione del clima, modera gli effetti climatici estremi, mantiene la composizione dei gas nell’aria, contribuisce alla stabilizzazione delle coste e dei fiumi.
Come lo ringraziamo per i servizi offerti?? Lo Degradiamo Velocemente
Un destino amaro quello del nostro fragile suolo, che viene sigillato in tempi record: 4 metri quadrati al secondo, con danni irreversibili per l’umanità e per l’ambiente
Numerose aree sono a rischio desertificazione, oltre 1/5 della superficie nazionale e, in particolare, oltre il 40% dei territori meridionali.
Territori attualmente a rischio desertificazione:
- 60% del territorio della Puglia;
- 54% del territorio della Basilicata;
- 47% del territorio della Sicilia;
- 31% del territorio della Sardegna;
- 40% del territorio della Calabria
Il consumo di suolo è legato all’urbanizzazione selvaggia (vedi le importanti campagne di Legambiente), ma vi sono fenomeni che stanno avvenendo a scale ancora maggiori.
La sola salificazione dei terreni ha raggiunto i 62 milioni di ettari, ovvero circa il 20 % delle terre coltivate del mondo, con 2000 ettari di terreni produttivi persi ogni giorno da almeno 20 anni. Questo problema sta colpendo prevalentemente le zone aride e semiaride del pianeta. In Europa avanza la perdita di suoli dovuta a vari tipi di dissesto idrogeologico: 115 milioni di ettari, pari al 12 % della superficie totale delle terre emerse europee, sono soggetti ad erosione idrica, mentre altri 42 milioni di ettari sono colpiti dal fenomeno dell’erosione eolica. Il costo di questo tipo di degrado a livello globale è stato stimato attorno ai 441 dollari per ettaro, con perdite di 27,3 miliardi di dollari per anno.
L’erosione della diversità biologica e l’erosione della diversità culturale costituiscono le due facce di un unico problema. Entrambe sono minacciate dalla globalizzazione di una cultura industriale basata su conoscenze riduzionistiche, su tecnologie meccanicistiche, e sulla mercificazione delle risorse.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni del suolo e del nostro pianeta che ci ospita. Ora, siamo assediati dall’inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, e siamo al punto di non ritorno.
Solo la valutazione dei servizi ecosistemici in termini biofisici e soprattutto economici, e la promozione di una conoscenza sempre più approfondita dei fenomeni, attraverso un confronto aperto e ricco con la comunità scientifica nazionale e internazionale può contribuire a migliore la comprensione del ruolo essenziale ed economico che i suoli non artificiali, hanno per la tutela del territorio e del paesaggio con il fine ultimo di coinvolgere gli operatori del settore e i legislatori per arrestare o almeno rallentare questa tendenza suicida.
Prof.ssa Adele Muscolo
Docente in Chimica ed Ecologia del Suolo
Università “Mediterranea” di Reggio Calabria
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